La sicurezza sul lavoro è regolamentata in Italia dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, Decreto Legislativo numero 81 del 9 Aprile 2008.
Le scarpe antinfortunistiche garantiscono sicurezza e fanno parte dei cosiddetti DPI, ovvero i Dispositivi di Protezione Individuale. In quanto tali, sono soggette a normative di legge ben precise. In particolare sono 4 le norme legislative a cui fanno riferimento le calzature di sicurezza.
Esistono diverse norme EN ISO che indicano i requisiti a cui devono rispondere tutte le tipologie di scarpe antinfortunistiche
La norma EN ISO 20344 indica quelli che sono i requisiti generali cui devono rispondere tutte le scarpe antinfortunistiche.
Le scarpe di sicurezza vere e proprie, su base normativa europea, devono prevedere il marchio CE e, con cadenza annuale. Le stesse calzature devono essere contraddistinte dalla lettera ”S”, ovvero “Safety” che si traduce come “sicurezza”.
Le calzature antinfortunistiche appartenenti a questa categoria sono suddivise in differenti classi. In particolare, la normativa prevede che queste siano 8, ovvero SB, S1, S1P, S2, S2P, S3, S4, S5. La principale differenza tra le classificazioni è data dalla varietà nei requisiti obbligatori cui queste devono rispondere. La scarpa antinfortunistica di base è quella che rientra nella classe SB e deve prevedere un puntale di sicurezza, la qualità dell’antistaticità, una suola resistente agli oli minerali, una suola antishock ed una antiscivolo.
Gli stessi requisiti sono previsti per le calzature appartenenti alle categorie S1, S2 e S2P. Ad un livello di sicurezza maggiore si collocano le scarpe rientranti in classe S1P. Ai requisiti precedenti, infatti, si integrano quello della lamina e della soletta antiforo.
La SB è ideale per chi lavora in ambiente asciutto dove esiste un’alta possibilità di incorrere nello schiacciamento delle dita del piede. E’ specificatamente pensata per chi lavora nel settore farmaceutico ed alimentare.
La S1 è dedicata a chi lavora in ambienti asciutti con rischi di schiacciamento dell’avampiede. E’ perfetta per gli artigiani (meccanici, pittori, elettricisti).
La S1P è pensata per chi lavora in ambiente asciutto dove vi sono rischi di schiacciamento per l’avampiede e di perforazioni. Le calzature in questione sono perfette per il settore dell’industria del legno o del metallo.
La classe S2 raccoglie le calzature i cui requisiti sono adatti a chi lavora in ambienti umidi ed è sottoposto al rischio di schiacciamento delle dita del piede. I settori lavorativi di riferimento indicati dalla legge sono, ad esempio, quelli dello stoccaggio o dei trasporti.
Nella classe S3 si trovano le scarpe antinfortunistiche per chi lavora in ambienti umidi con la presenza di idrocarburi, chiodi e rischio di schiacciamento dell’avampiede. Perfette risultano per chi opera nell’edilizia o nell’agricoltura.
La classe S5 (la più sicura in assoluto) è pensata per chi lavora in ambiente esterno dove c’è la presenza di acqua e sussistono il rischio di perforazione da chiodi e quello di schiacciamento dell’avampiede.
Si possono suddividere le scarpe antinfortunistiche anche in due classi a seconda del materiale di cui sono costruite. Nella classe I si trovano quelle in cuoio o qualsiasi altro elemento che non sia gomma e polimerico. In classe II, invece, si collocano quelle costruite, per l’appunto, in materiale polimerico o gomma.