Un impianto di microcogenerazione residenziale produce contemporaneamente calore per l’impianto di riscaldamento e l’acqua calda sanitaria ed energia elettrica.
Fino a pochi anni fa, i sistemi di cogenerazione erano adottati per lo più in impianti di grossa taglia, principalmente in ambito ospedaliero, nel settore industriale, o in quei casi in cui vi sia grande richiesta di energia costante nell’arco delle ventiquattro ore.
La cogenerazione è un processo attraverso il quale è possibile produrre contemporaneamente energia meccanica, che viene trasformata in energia elettrica; e calore utilizzabile sia in inverno per il riscaldamento, sia in estate per la produzione di acqua refrigerata qualora l’intero sistema venga equipaggiato ed affiancato da un assorbitore.
La stessa tecnologia si sta diffondendo anche in Italia grazie ad apparecchiature di taglia più piccola, chiamate microcogeneratori, utilizzabili in ambito residenziale o terziario: abitazioni singole o plurifamiliari, condomini e piccoli/medi edifici produttivi.
Gli impianti di microcogenerazione residenziale richiedono un’attenta analisi preliminare ma in Italia stenta a decollare a causa dei costi impiantistici ancora elevati; di una sempre crescente burocrazia autorizzativa e gestionale; e dei tempi di pay-back lunghi.
In Italia il mercato offre diversi modelli di microcogeneratori, con taglie che variano dai 5 kW ai 50 kW elettrici, con valori di rendimento elettrico compresi tra il 22% e il 32%, e rendimenti complessivi, ossia elettrico e termico, nell’ordine dell’85-90%.